Ho scorso il tuo trattato, ottimo, grazie. Purtroppo credo che nel mondo odierno la cura della Lingua sia vista un po' come una "roba da pallosi", come tutta la cultura, in generale. E da lavotraice della cultura mi spiace davvero molto. C'è di buono per l'Italiano che nessuno si vanterà mai di non saperlo o di essere stato pessimo a scuola in Italiano, cosa che invece la gente fa con la Matematica e l'Inglese: vi è mai capitato? A me spesso, gente che ti guarda ridendo: "Ah, ah, davvero sei laureata in Informatica e insegni matematica? Ah ah, io ero ero una capra in Matematica, mi stava sulle balle! Ah ah! E non so proprio una parola d'Inglese".... Cosa te ne vanti???? Siamo nel 2015, ignorante!
Mi pare, così dopo aver scorso la lista, di attenermi a tutte le regole, tranne (consapevolmente!!) a quella dei tre punti di sospensione, io ne uso 4 e sono consapevole che è sbagliato, ma su questo, per chi legge i miei racconti, dovrà chiudere un occhio.
Lo stesso vale sulla punteggiatura del discorso diretto: lo so che in certi casi, secondo lo standard "precisetto", io la uso sbagliata, ma ho una logica mia, che è appunto tale, cioè logica, a cui mi attendo sempre, senza eccezioni. Diciamo che nessuno mi ha mai dato delle regole fisse e logiche e quindi me le sono costruite da me (ritrovandole, per altro, negli scritti di altre persone!) In pratica la mia idea è che dentro alle virgolette (rigorosamente «», che mi piacciono di più!) la frase è compiuta e a sé stante, quindi necessita di tutta la punteggiatura di cui avrebbe bisogno in caso non fosse tra «». Esempio: «Quant'è tenera F'Ral.» disse Hoshi. Se ben ricordo (ma avendo inventato regole mie proprie non ci giurerei) il punto all'interno delle «» non dovrebbe esserci, ma dato che per me quella è frase compiuta e se fosse un discorso indiretto vorrebbe il punto, io il punto ce lo metto e non metto la maiuscola dopo perché le «» "assorbono" la frase all'interno, come se fosse un complemento oggetto. Se ci fosse il "!" sarebbe corretto, no? «Quant'è tenera F'Ral!» disse Hoshi. Giusto o sbagliato che sia, questa è un'altra di quelle cose che io userò così e stop.
Stesso discorso, forse in parte derivato dall'uso Inglese, per le maiuscole (lo ammetto, ne uso parecchie, ma in fondo perché no?). Se la parola usata è un aggettivo va minuscola, ad es. "T'Pol è una scienziata vulcaniana". Se è nome va maiuscola: "La Vulcaniana si sedette al timone." Lo stesso vale per Terrestre.
Concordo sul "se stesso / sé stesso", anche se io preferisco usare sempre l'accento (come mi ha insegnato il mio prof di Italiano a suo tempo, motivandolo), soprattutto perché ormai si scrive quasi sempre a computer e, in teoria, "sé" andrebbe accentato se "stesso" va a capo, cosa quasi impossibile da sapere a priori in qualsiasi cosa si scriva al computer. Inoltre anche qui, mi ripeterò, subentra ancora la logica: ha devvero senso togliere l'accento e complicarsi la vita?
Per il "po'" ultramaltrattato (grazie anche ai cellulari: avrò scritto 80000 volte "po'" e ancora non me lo riconosce, ho battuto per sbaglio una volta "vuou" al posto di "vuoi" e ora me lo scrive ogni volta!!) posso solo dire il trucco che insegno ai miei alunni: l'apostrofo è come una lacrima. Si piange quando qualcosa se ne va, poco perse co, pianse e rimase po'.
Ho un dubbio su "sta". Secondo me (ma potrei sbagilarmi, errare è umano e la mia parte felina è solo metà, purtroppo) dovrebbe avere l'apostrofo in caso di verbo alla 2^ persona singolare imperativa, in quanto contrazione di di "stai": "tu sta' lì tranquillo". Chiedo lumi.
Virgole: attendo il tuo "bigino". Mi è capitato proprio nell'ultimo racconto di aver bisogno a "senso" di mettere una virgola prima della e congiunzione, togliendola la frase sembrava strana e "gonfia", mettendola avevo la sensazione di usare le "Oxford commas" (cioè le virgole prima di "and" che in Oxford English sono corrette). Ho quindi cercato online e sul sito dell'Accademia della Crusca (ho perso il link, ma a cercare si trova) ho trovato dei casi in cui, effettivamente, si può mettere, oltre ai casi "logici" tipo: Ieri sono andata a fare una passeggiata, mentre ascoltavo musica, e sono arrivata a Camerlata. (forse non è l'esempio migliore che potrei fare, ma ovviamente ora non mi viene in mente niente di meglio).
Parole straniere: la lingua evolve. Non deve morire, né essere ammalata grave, ma nemmeno sapere di stantio. Non mi vergognerò a dire "mouse", "formattare" (anche se di solito preferisco il termine più ironico "piallare"), un po' di resistenza ce l'ho nell'usare "googlare" o "quotare", e mai dirò "vi lovo". Ricordo che è stato durante il fascismo che c'era la mania di bandire qualsiasi cosa non fosse strettamente italiano, da cui il nome della Standa ad esempio (che era Supermercati Standard), o i film doppiati con i nomi tradotti. Come avrebbero tradotto Fox Mulder e Dana Scully? Volpe Mulder e Donna Scully? >O_______O< (Ecco, le emoticon non toccatemele, soprattutto quelle coi baffi da gatto. ;D) Inoltre alcuni termini inglesi sono tecnici (email, Internet) e quindi impossibili ad tardurre o cmq tradurli in maniera efficace e veloce.
Abbreviazioni: c'è in giro una campagna anti-abbreviazioni che capisco fino a un certo punto. Nessuno si faceva meraviglie nemmeno decenni fa se si usavano abbreviazioni come "n°", "ad es.", ecc. (ecc., appunto!). Ora, io uso spessissimo "cmq", in realtà non tanto per abbreviare, quando perché la parola "comunque" la digito sbagliata 9 volte su 10 (facendo 400 battute al minuto, qualche typo parte!). Ho messo in Word la correzione automatica, scrivo "cmq" e lui me lo trasforma. E' la seconda cosa che faccio quando installo Word (la prima è togliere tutte le spunte a Smart Tag che impallano il programma). Poi sono pienamente d'accordo a bocciare le K al posto delle C, le X al posto di PER. A tutto c'è un limite.
Però non mi formalizzo molto sui "messaggini". Di sicuro non nei "vecchi" SMS, dove lo spazio era talmente scarso (e il costo - a mio parere - così alto) che personalmente li mandavo addirittura scrivendo tutte le parole con la lettera maiuscola iniziale perché così riuscivo a risparmiare sugli spazi, una roba del genere: "CiaoCmStaiOggi?". Lo so, orribile, ma come insegna il grande Asimov, ognuno è legato ai mezzi che ha. Whatsapp ha di sicuro dato più spazio ai messaggi, ma li ha anche resi molto più frequenti, quasi il corrispettivo della telefonata, con gli smartphone che di sicuro aiutano a scrivere è anche più facile, ma non mi impunterei sullo scrivere perfettamente in quei messaggi. Cerco di farlo, ma qualche bestiata ogni tanto parte, soprattutto tra amici.
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