Carissimi,
l'argomento è spinoso ma non fa male alcuno
; non punge.
Il punto e virgola
Ecco, nella frase sopra, il meno conosciuto tra i segni d'interpunzione: il
punto e virgola. Ormai risibili le altre sue, obsolete, definizioni:
punto coma e
punto acuto.
A titolo di mero compiacimento, c'è da dire che il segno nasceva così:
.,Sebbene in via di estinzione forzata, il punto e virgola (in seguito:
p.v.), fa "stile" poiché aggiunge leggibilità e ci dà più strumenti da usare.
In tempi ormai remoti si usava principalmente nelle locuzioni sostantivali:
Carta da giornale; colla di farina; acqua pulita; sole e tanta lena. Ecco gli ingredienti per la cartapesta!Oggi funge da - ottimo - separativo nei periodi "tutto d'un fiato"; eccolo con uso estremizzato:
Scrivevo come un fulmine; le dita scorrevano autonome; i pensieri fluivano limpidi e numerosi; erano lineari; giungevano come onde costanti; ieri mi sentivo uno scrittore.Così come nella frase iniziale, in quest'ultima abbiamo usato il
p.v. anche per concludere, per focalizzare nell'ultima frase il concetto che spiega l'anima di tutto il periodo. Possiamo usarlo, dunque, prima della frase conclusiva qualora la stessa abbia le vesti del riassunto di ciò che vogliamo - accoratamente - trasmettere al lettore.
In altri casi la frase conclusiva, preceduta dal
p.v., sarà una sorta di chiarimento rafforzativo per tutto ciò che abbiamo scritto prima:
Era stanco perché aveva camminato a lungo. Sentiva che le gambe l'avrebbero abbandonato presto, ma doveva proseguire; mancavano soltanto cinquecento metri.In questa, il
p.v., ha funto da: "poiché", e ha rivelato quel che ha spinto il soggetto al sacrificio, ovvero: camminare a lungo, senza mai fermarsi.
Non siamo obbligati all'uso del punto e virgola; possiamo farne a meno tutte le volte in cui ci sentiamo insicuri sulla buona collocazione. Usiamolo come il sale: quanto basta, e solo nei casi in cui pensiamo che possa aggiungere scorrevolezza.
Il punto fermo
Non è mai un "optional" poiché si tratta del segno più importante.
Quando una proposizione principale ha molte subordinate, ci faremo del bene se useremo il punto a favore della concentrazione del lettore.
Prima versione:Doveva spiegare a sua nipote il motivo della prolungata assenza, e disse al giardiniere di attendere fuori dalla porta e magari tagliare l'erba cosicché il frastuono della tosatrice coprisse le parole che intercorrevano tra lui e la parente preoccupata da ciò che la ragazza aveva interpretato come la scomparsa dello zio preferito che, secondo lei, si era allontanato a causa sua.Seconda versione, con la tecnica della separazione:
Doveva spiegare a sua nipote il motivo della prolungata assenza. Disse al giardiniere di attendere fuori dalla porta e magari tagliare l'erba. In tal modo il frastuono della tosatrice avrebbe coperto le parole che intercorrevano tra lui e la parente preoccupata. La ragazza aveva interpretato la scomparsa dello zio preferito con un'idea: si era allontanato a causa sua.
Nulla che stia alla destra di un punto fermo potrà iniziare in minuscolo
La virgola
Detta anche
piccola verga, la virgola rappresenta uno dei segni più importanti poiché offre una versatilità considerevole. Ciò non significa che "possiamo usarla come ci pare", bensì: "
offre il più gran numero di applicazioni". Tuttavia, è il segno più ambiguo e meritevole di attenzione.
La virgola separa e unisce, sottolinea il senso logico delle frasi, lo determina, segnala le pause brevi, isola gli incisi, evidenzia le singole parole, suggerisce al lettore il tono della voce, e quando non c'è...
lampeggia.
Una virgola, se mal collocata, è in grado di stravolgere l'intero senso di una frase e, talvolta, quello di un intero periodo, compresi i concetti intrinsechi.
Esaminiamo:Il conte Vlad si nutriva, di sangue umano e bovino, era l'unico cibo per i vampiri affamati. Usciva dal giaciglio, allo scoccar della mezzanotte, le vittime, impaurite, tremavano, nei vicoli bui della città.Quella punteggiatura segnala che:Il conte Vlad si nutriva, (sì, lo fanno tutti)
di sangue umano e bovino, (egli era un mezzo sangue, un ibrido tra uomo e toro)
era l'unico cibo per i vampiri affamati. (il conte, verosimilmente
il suo corpo, rappresentava l'unica fonte di cibo per
qualsiasi vampiro in stato di digiuno. Non dunque un predatore, bensì l'unica preda...
per i vampiri.
Egli, a causa della prima virgola, non è Dracula il transilvano bensì un succulento, nonché sfortunato, minotauro, titolato conte, corrispondente al nome: Vlad.
Usciva dal giaciglio, (certo, per andare in giro, doveva pur farlo)
allo scoccar della mezzanotte, (be', sì, alle 0:00, ma, caro scrivente: cosa succede alle 0:00? La tua terza virgola ha interrotto il discorso e ha fatto sparire il soggetto della frase)
le vittime, impaurite, tremavano nei vicoli bui della città. (ah, forse il soggetto è
le vittime. Se sì, allora: non prima, né dopo la mezzanotte,
soltanto in quei pochi secondi, forse: le vittime, impauirite...
da chi o da che cosa, da Vlad la preda? Ma no, il soggetto, stando a quel che segue, non è "le vittime". Insomma: chi erano quelli che...
tremavano nei vicoli bui della città?Facciamo un po' d'ordine:Il conte Vlad si nutriva, di sangue, umano e bovino,: era l'unico cibo per i vampiri affamati. Usciva dal giaciglio, allo scoccar della mezzanotte,. l Le vittime, impaurite, tremavano, nei vicoli bui della città.Scremato, senza le cancellature e senza le sostituzioni:Il conte Vlad si nutriva di sangue, umano e bovino: era l'unico cibo per i vampiri affamati. Usciva dal giaciglio allo scoccar della mezzanotte. Le vittime, impaurite, tremavano nei vicoli bui della città.Ora significa che:
Il conte si nutriva, senza far lo schizzinoso, di sangue umano e di sangue bovino. Allo scoccare della mezzanotte si levava dal giaciglio. Le vittime potenziali, vedendolo, si impaurivano, tremavano e si nascondevano nei vicoli bui.Esiste un metodo che ci facilita la certezza in fatto di posizione delle virgole:
Tutto ciò che sta all'interno di due o più virgole dovrà risultare omissibile (cancellabile) senza che la frase o il concetto subiscano interruzioni della compiutezza
Facciamo qualche esempio:Il sole, lucente corpo celeste, fonte di vita e di energia, nella sua grandezza, fisica e ispiratrice, è una stella come tante.Il sole, lucente corpo celeste, fonte di vita e di energia, nella sua grandezza, fisica e ispiratrice, è una stella come tante.Il sole, lucente corpo celeste, fonte di vita e di energia, nella sua grandezza, fisica e ispiratrice, è una stella come tante.Il sole, lucente corpo celeste, fonte di vita e di energia, nella sua grandezza, fisica e ispiratrice, è una stella come tante.Il sole, lucente corpo celeste, fonte di vita e di energia, nella sua grandezza, fisica e ispiratrice, è una stella come tante.Alan cercò Lesley, la sua amica di sempre, per ringraziarla. Le doveva molto.Alan cercò Lesley, la sua amica di sempre, per ringraziarla. Le doveva molto.Alan cercò Lesley, la sua amica di sempre, per ringraziarla. Le doveva molto.Alan cercò Lesley, la sua amica di sempre, per ringraziarla. Le doveva molto.I due si avvicinarono, erano minacciosi, ma Gus seppe tenerli a bada. Non era quella la prima volta in cui, con le sole parole, lui aveva avuto la meglio.I due si avvicinarono, erano minacciosi, ma Gus seppe tenerli a bada. Non era quella la prima volta in cui, con le sole parole, lui aveva avuto la meglio.I due si avvicinarono, erano minacciosi, ma Gus seppe tenerli a bada. Non era quella la prima volta in cui, con le sole parole, lui aveva avuto la meglio.I due si avvicinarono, eErano minacciosi, ma Gus seppe tenerli a bada. Non era quella la prima volta in cui, con le sole parole, lui aveva avuto la meglio.I due si avvicinarono, erano minacciosi, ma Gus seppe tenerli a bada. Non era quella la prima volta in cui, con le sole parole, lui aveva avuto la meglio.I due si avvicinarono, erano minacciosi, ma Gus seppe tenerli a bada. Non era quella la prima volta in cui, cCon le sole parole, lui aveva avuto la meglio.I due punti
Alessandro Baricco ci concede: "il duepunti".
Lo definisce così:
una micro sospensione del tempo e una solenne apertura a qualche mondo parallelo.
Come dargli torto? Parola sua, detta a modo nostro: questo segno di interpunzione nacque nel momento in cui si volle creare un nuovo strumento per aprire i dialoghi diretti. Con la complicità delle virgolette si ebbe il modo di dare voce ai parlanti. Tuttavia il metodo:
duepunti, apri virgolette è pressoché scomparso.
Il duepunti: annuncia, promette, prepara, e amplia la percezione del concetto.
Immediato, un esempio di buon uso del duepunti. Pensate: questo autore, al tempo, aveva 13 anni.
Si tratta dell'incipit.
Non c’era dolore; neanche un po’. Jimi aveva sempre immaginato la morte così, ora sapeva che non si era sbagliato: la morte era quiete, nient’altro che silenzio.~~~
L'autore ci prepara con una negazione che, al tempo stesso, ci mantiene sereni:
l'assenza di dolore fisico. Immediatamente dopo ci "ribalta" con la più tetra delle parole. Da ultimo, con l'uso del duepunti, ci spiega cosa sta accadendo, e lo fa con estrema chiarezza, con pochissime parole, ampliando il pensiero del suo personaggio:
ecco cosa succede oltre la vita.
A ruota, quest'altro ne aveva 14.
Pensare che un tempo ero buona. Io volevo bene a tutti, anche a quelle bambine, sì: io andavo al catechismo, frequentavo la chiesa, ma io ci credevo.~~~
Il personaggio fa un excursus del suo passato; ricorda com'era. Poi l'autore, con perizia, usa un bell' "Io" iniziale, tipico del parlar degli infanti, ci conduce ad un'affermazione netta e...
bang, lancia la confessione del personaggio attraverso il
duepunti, che si presta come fosse un varco, uno sbocco:
voleva bene a tutti, anche se, al contrario di lei, le altre bambine andavano in chiesa per mera inerzia.
Potremmo usare il duepunti più volte – anche di seguito – nel medesimo periodo, ma sarà meglio non farlo, perché il lettore perderebbe il filo, poi la concentrazione, e passare a un altro svago a cavallo di uno sbadiglio.
I trattini lunghi per l'inciso
L'inciso è delimitato da due trattini lunghi e spaziati; sostituisce con eleganza le parentesi ma non sempre. L'unica accortezza, per far sì che il lettore non perda la preziosa concentrazione, consiste nel mettere all'interno dell'inciso una, due, talvolta tre o quattro parole, e l'eventuale punteggiatura che potrebbe aiutare la composizione dello stesso.
Esempio:Il re di quella terra – eredità paterna – proclamò nuove leggi a favore dei sudditi. Pertanto visse a lungo e in pace. La regina gli donò sette figli – tutti leciti –, due dei quali erano maschi, entrambi potenziali eredi al trono. Il vecchio scelse il più saggio, e affidò al più impulsivo la cura delle scuderie finché – anch'egli – non ebbe dimostrato l'assennatezza che si addice ad un principe.Le parentesi
Come fossero le ganasce di una pinza, le parentesi meritano la costante chiusura, ovvero: useremo sempre quella di apertura e quella di chiusura.
Croce e delizia, le parentesi sono la dannazione dei lettori frettolosi.Un contenuto in parentesi, che risulti molto lungo, genera tedio anche nei lettori più pacati. Usiamole in dosi "umane".
Tuttavia, nella narrativa, potremmo, anzi, dovremmo privarcene del tutto, sia perché fanno sembrare il testo alla stregua di un manuale, e sia perché trasmettono una sorta di tono confidenziale "tu ed io", sussurrato.
Come sappiamo, a meno che il libro non comprenda un'autentica voce narrante, dichiarata fin dall'incipit, dovremmo evitare le parentesi perché
"smascherano colui che scrive", trasformandolo in un commentatore di sé stesso, di quel che egli pensa in modo diretto. Lo scrittore dev'essere
invisibile; deve parlare e mostrarsi esclusivamente attraverso i suoi personaggi, altrimenti "buca la bolla dell'immaginazione" e trasforma il libro in una "chiacchierata" tra chi scrive e chi legge.
Ecco un tentativo per tradurre il concetto:Quel giorno a Parigi c'era caldo (ma di solito faceva freddo) e Jean pensò di recarsi al mare. Partì per Marsiglia e raggiunse la spiaggia (sporca e in disordine). Il ragazzo, senza indugiare, si tuffò nell'acqua bassa e batté un ginocchio (c'erano gli scogli, sul fondo).Ora riflettiamo: quanto può essere inopportuno un autore che "ti parla all'orecchio", lasciando in secondo piano il suo stesso personaggio? In quei casi sembra di essere in due, più i personaggi veri. Come facciamo ad entrare nella magica bolla dell'astrazione che un buon libro sa creare?
Se siamo d'accordo, allora questo è ciò che possono generare le parentesi in un racconto, o in generale, nella costruzione di un qualsiasi narrato.
Magari risulta migliore in quest'altro modo:Quel giorno, anziché il solito freddo, a Parigi c'era caldo, e Jean pensò di recarsi al mare. Partì per Marsiglia e raggiunse la spiaggia, a malincuore la scoprì sporca e in disordine. Il ragazzo, senza indugiare, si tuffò nell'acqua bassa e batté un ginocchio sul fondo; c'erano gli scogli.Una citazione quasi bicentenaria:G. Leopardi, che scriveva nel 1820 a Pietro Giordani:
Io per me, sapendo che la chiarezza è il primo debito dello scrittore, non ho mai lodata l'avarizia de' segni, e vedo che spesse volte una sola virgola ben messa, dà luce a tutt'un periodo. Oltre che il tedio e la stanchezza del povero lettore che si sfiata a ogni pagina, quando anche non penasse a capire, nuoce ai più begli effetti di qualunque scrittura.Fonte autonoma (me medesimo).